Farmaci e consigli

L’enterobiosi è molto diffusa tra i bambini in età scolare

di Andrea Tagliapietra

È la più comune parassitosi intestinale umana, l’Enterobiosi o infezione da ossiuri (conosciuta anche come”infezione da nematodo, ossiuriasi) che colpisce specialmente bambini in età scolare.

Gli ossiuri (piccoli vermi bianchi) non causano alcun danno fisico, ma solo un fastidioso prurito e non ci vuole molto tempo per liberarsene. È accertato che le persone che contraggono questa parassitosi non sono poco pulite, infatti si può prendere l’enterobiosi indipendentemente da quante volte ci si lava, anche perché può accadere persino a tavola.

Il prurito attorno al retto è il sintomo più comune, ma può accadere anche che non via sia alcun sintomo evidente. Il ciclo biologico di questi parassiti è di uno o due mesi, questo significa che dal momento dell’ingestione delle uova deve trascorrere questo lasso di tempo prima di avvertire il suddetto prurito.

Esso si intensifica durante le ore notturne poiché i vermi migrano dall’intestino verso il retto per deporre le uova. La conseguenza più evidente del prurito che induce il bimbo a grattarsi può essere la formazione di un eczema o di un’infezione batterica attorno al retto. Nelle bambine proprio per la conformazione anatomica, tale infezione può causare un’infezione vaginale.

Identificazione. Gli ossiuri si possono vedere nella biancheria intima del bambino soprattutto al mattino, nel WC, nella carta igienica dopo il suo utilizzo. I vermi sono di colore bianco, assomigliano a dei fili lunghi circa un centimetro o più, e sono assai mobili. Ovviamente possono essere avvistati anche nella zona anale e tra le natiche, mentre nelle bambine anche nella zona vulvare.

Trasmissione. L’infezione da ossiuri è molto contagiosa ed è per questo motivo che è molto diffusa. Essa insorge con l’ingestione causale e inconsapevole delle microscopiche uova che si possono trovare su superfici molto diverse tra loro: bicchieri, cibo, utensili della cucina, giocattoli, bancone della cucina, tavole delle mense, sabbiere, biancheria da letto, asciugamani, biancheria intima, costumi, pigiami, attrezzature del bagno, toilette.

Ciclo biologico. Le uova ingerite si schiudono nell’intestino tenue, e le larve di enterobio proseguono il loro viaggio fino all’intestino crasso, dove vivono da veri e propri parassiti attaccando la testa alla parete interna dell’intestino. Dopo circa un paio di settimane dall’ingestione delle uova gli enterobi adulti iniziano a migrare dall’intestino crasso all’area intorno al retto ed è qui che i vermi femmina escono dall’ano per depositare migliaia di uova. Grattando l’area dove si avverte prurito, le piccolissime uova di enterobio passano sulle dita che risultano quindi contaminate e costituiscono il perfetto veicolo per la diffusione della parassitosi. Basta toccare una qualsiasi superficie e le uova si posano su di essa pronte ad essere “caricate” da altre dita.

La resistenza delle uova fuori dal corpo umano può arrivare a tre settimane e tollerano meglio il freddo del caldo. È utile sapere che il bambino può avvertire anche disturbi del sonno e bagnare il letto con la pipì (enuresi) perché il parassita può irritare l’uretra, il canale attraverso al quale l’urina lascia la vescica ed esce dal corpo.

Cosa si deve fare. Ci si deve rivolgere al pediatra che indicherà le procedure più adatte al piccolo paziente per stabilire con certezza che si tratti di enterobiosi. Una volta confermata la diagnosi il medico provvederà alla prescrizione di un trattamento che molto spesso viene somministrato anche agli altri membri della famiglia. Non c’è bisogno di particolari disinfettanti per la biancheria della casa, ma una volta diagnosticata la parassitosi è utile effettuare un lavaggio generale soprattutto di biancheria da letti, intima, pigiami, tovaglioli e fazzoletti di stoffa.

La prevenzione. Lavare sempre le mani dei bambini dopo essere stati in bagno, dopo mangiato e dopo la sessione di gioco; effettuare la pulizia intima dopo avere scaricato; tenere le unghie corte e pulite; lavare spesso il pigiama e cambiare quotidianamente gli slip; è opportuno inoltre spiegare ai bambini di non grattarsi nella zona anale e di non mangiarsi le unghie.

Animali di casa. Gli ossiuri umani non possono colpire gli animali, compresi quelli domestici come cani e gatti.

Credits: © Alexey Kuznetsov – Fotolia.com

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