Lotta a filaria, leishmania, pulci, zecche e larve di mosca

La prevenzione deve essere costante e mirata per avere un effetto davvero utile e allontanare lo spettro di malattie infettive letali se non curate in tempo.
È però doverosa una premessa importantissima. I prodotti veterinari contro le parassitosi sono formulati con principi attivi diversi. Ecco perché si devono scegliere prodotti adatti ad ogni specie. Per fare un esempio concreto, mai utilizzare antiparassitari a base di permetrina sui gatti, perché questa sostanza risulta altamente tossica e addirittura mortale per i gatti.
Innanzitutto si devono distinguere due grandi famiglie di parassiti, quelli che esterni cioè gli ectoparassiti che vivono fuori dall’animale come pulci, pidocchi, zecche, larve di mosca e quelli interni, gli endoparassiti, che vivono all’interno del corpo e provocano la filaria (zanzare), la Leishmania (pappataci) e i parassiti intestinali.
NO ALLA PERMETRINA SUI GATTI
La leishmania in particolare non sembra aggredire i gatti che quindi di prassi non vengono trattati.
Tra l’altro proprio contro questo piccolissimo insetto vettore della malattia che si trovano a macchia di leopardo sul territorio nazionale e in provincia di Verona soprattutto in Valpolicella, si usano antiparassitari a base di permetrina che risulta letale per flebotomi e zanzare, ma innocua per il cane. Il pappatacio è particolarmente insidioso perché praticamente invisibile date le sue dimensioni (2-4 millimetri) e la sua puntura non è avvertibile, quindi ci si allerta solo quando si manifesta, anche nell’uomo, la reazione cutanea, particolarmente aggressiva e pruriginosa. Attenzione massima per i proprietari di gatti. I felini, infatti, non possiedono gli enzimi necessari per metabolizzare la permetrina il cui semplice contatto può provocare vomito, tremori, diarrea fino a difficoltà respiratorie che possono provocarne anche il decesso.
Quando gatti e cani convivono in casa si deve stare particolarmente attenti perché il contatto è inevitabile e il gatto anche solo leccando il pelo del cane può rimanere vittima della permetrina. Se accadesse di notare sintomi sospetti ci si deve recare subito dal veterinario che opterà per la cura urgente più appropriata. Ma è sempre meglio prevenire situazioni a rischio e scegliere con cura i prodotti antiparassitari chiedendo consiglio al medico veterinario o al farmacista che sapranno indicare collari, spot-on o pipette senza permetrina, ma anche antiparassitari spray di origine animale come l’olio di Neem, utile anche per gli esseri umani a cui viene consigliato quando ci si reca in siti dove il parassita è endemico. Una volta a casa, inoltre, tenere ben separate le confezioni, che comunque non devono essere mai a portata del cane, ma soprattutto del gatto.
La leishmaniosi canina è una patologia grave potenzialmente mortale ed è provocata da un microscopico parassita (il protozoo chiamato Leishmania infantum), che viene trasmesso tramite la puntura dei pappataci, attivi nel periodo estivo. Si tratta di insetti notturni che durante le ore di luce riposano in luoghi freschi e umidi, anche all’interno delle abitazioni.
La Leishmaniosi canina si evidenzia nei cani adulti, al di sopra dei 12 mesi di età, senza distinzione di sesso, taglia o razza, quasi sempre in forma generalizzata, causando dimagrimento progressivo e ingrossamento dei linfonodi, a cui possono aggiungersi manifestazioni a carico della pelle e delle mucose. La malattia può rimanere non visibile per anni.
Tutti i cani di proprietà che non vengono sottoposti a controllo sanitario possono diventare potenziali serbatoi della Leishmaniosi canina. Ecco perché è fortemente consigliato effettuare almeno un controllo del sangue all’anno e nella stagione primaverile. La Leishmaniosi canina è una malattia cronica e permanente, ciò significa che una volta contratta l’animale non può guarire definitivamente, ma esistono terapie specifiche per tenere sotto controllo i sintomi e consentire al cane una vita normale. Più la diagnosi è precoce e più le cure saranno efficaci. È importante sottolineare che la convivenza ed il contatto fisico con un cane ammalato non costituiscono un pericolo di trasmissione all’uomo della Leishmaniosi canina. L’uomo rappresenta un ospite occasionale e può infettarsi solo attraverso la puntura dell’insetto. La prevenzione più efficace è data dall’uso di antiparassitari a effetto repellente ed insetticida da applicare ai cani, sia sani che ammalati, nel periodo di trasmissione della malattia, che va da maggio a ottobre, ma talvolta anche novembre a seconda delle temperature climatiche. Un’altra accortezza è mantenere pulite le aree esterne da raccolte di foglie, sfalci di erba e immondizie dove il flebotomo trova riparo, ma anche ricoverare il proprio cane al chiuso nelle ore notturne, ricordando che le comuni zanzariere non sono efficaci nei confronti dei flebotomi viste le loro ridottissime dimensioni.
Dal 2012 è disponibile un vaccino, utile per potenziare la resistenza dei cani nei confronti della malattia che va utilizzato in associazione alle altre misure di protezione e solo sotto stretto controllo del veterinario. Se ci si reca in vacanza insieme al proprio cane in aree a rischio, negli ultimi anni si sono molto estese in tutta Italia, prima di partire è bene chiedere consiglio al proprio veterinario che indicherà il trattamento più idoneo.
FILARIA E PUNTURE DI ZANZARA
La filaria, o filariosi è provocata dalla puntura di una zanzara infetta che inocula larve di filarie nematodi, detti anche vermi cilindrici, che colpiscono il tessuto connettivo (subito sotto il derma e fortemente vascolarizzato) e il sistema circolatorio del cane e del gatto. La Dirofilaria immitis è la più aggressiva, responsabile della filariosi cardiopolmonare del cane e del gatto, quando cioè i vermi parassiti diventati adulti prima si insediano nel cuore e poi si spostano nei polmoni provocando, se non trattati, il decesso dell’animale. Mentre nel cane le microfilarie possono sopravvivere fino a 7 anni, il gatto è considerato un ospite suscettibile, ma non ideale per il parassita, in quanto il carico parassitario è basso e la sopravvivenza limitata.
In Italia l’epicentro del contagio è rappresentato dalla pianura Padana, anche se, negli ultimi decenni, si è molto diffuso, probabilmente anche a causa dei frequenti spostamenti cui sono sottoposti i cani da caccia nel corso della stagione venatoria e dei viaggi di piacere in compagnia dei pet.
La filariosi ha un decorso cronico e asintomatico. I segnali patologici insorgono gradualmente e possono essere rappresentati da tosse cronica, dispnea, debolezza, sincopi. Solo negli stadi avanzati possono essere presenti edema addominale, agli arti, anoressia, perdita di peso, disidratazione. Con il trascorrere del tempo si assiste infine al cattivo funzionamento del fegato e dei reni, seguito, in caso di mancato intervento, dal decesso dell’animale.
La malattia nel gatto è in genere asintomatica per lungo tempo e può in seguito presentare una sindrome acuta, improvvisa, caratterizzata da tosse, dispnea, emottisi, vomito, perdita di peso, aumento della frequenza cardiaca, cecità, convulsioni, collasso e morte. I danni causati dalla presenza dei parassiti adulti nel ventricolo destro sono ancora più evidenti nella specie felina, considerate le ridotte dimensioni del cuore del gatto, per cui è sufficiente la presenza di poche filarie per provocare importanti segni clinici nel gatto rispetto al cane.
Per la diagnosi basta un semplicissimo test ematico in grado di rilevare la presenza delle microfilarie nel sangue o degli antigeni delle femmine adulte in campioni di siero o sangue. Talvolta anche una radiografia può essere utile alla diagnosi, negli stadi più avanzati, mentre con l’ecocardiografia si evidenzia la presenza di parassiti nel cuore, nelle arterie polmonari o nella vena cava.
Per quanto riguarda la prevenzione, la ricerca farmacologica ha messo a punto da una serie di principi attivi da somministrare agli animali una volta al mese per tutta la durata della stagione delle zanzare (mediamente da aprile-maggio fino a ottobre-novembre). Assumendo il farmaco con regolarità, cani e gatti, anche se punti da zanzare portatrici di larve infestanti, non sviluppano la malattia. Prima di cominciare la terapia preventiva è indispensabile accertarsi che i soggetti risultino negativi alla malattia, per cui è bene eseguire un esame del sangue prima di iniziare la profilassi.
È importante ricordare che la filariosi può manifestarsi anche a distanza di mesi rispetto al momento del contagio, ed è bene perciò eseguire periodicamente un test di controllo presso il veterinario di fiducia.
Un animale affetto da filariosi non è direttamente contagioso per l’uomo. La trasmissione della patologia avviene infatti attraverso la puntura di zanzare infette, e non tramite contatto diretto con l’animale.
LOTTA A ZECCHE, PULCI E LARVE DI MOSCA
Proteggere cani e gatti da zecche e le pulci è fondamentale e durante tutto l’arco dell’anno poiché questi parassiti rappresentano un serio pericolo per la salute degli animali, in grado di trasmettere malattie pericolose nonché causare irritazioni e disagio.
Le zecche, oltre a nutrirsi del sangue, possono infettare gli animali con malattie come la babesiosi, l’ehrlichiosi e la malattia di Lyme (borreliosi). Le pulci, invece, possono causare prurito intenso e trasmettere la tenia del cane, un parassita intestinale. La prevenzione oltre a mantenere puliti i luoghi in cui gli animali soggiornano che dovrebbero essere regolarmente trattati con antiparassitari mirati a seconda della specie e dell’età dell’animale (meglio se di origine naturale), è data dal trattamento dell’animale attraverso l’utilizzo di collari, pipette spot-on o l’assunzione di compresse orali diverse par il cane e il gatto. Anche in questi casi è sempre molto consigliato chiedere il parere del veterinario che indicherà l’approccio sanitario più idoneo, tra cui la vaccinazione.
Per quanto riguarda le zecche è bene controllare accuratamente il cane dopo passeggiate in prati e boschi che, oltretutto, risultano a rischio anche per gli uomini.
Le larve di mosca possono essere pericolose per gli animali, causando una condizione chiamata miasi, in cui le larve si alimentano dei tessuti vivi, provocando ferite, infezioni e potenzialmente la morte. La miasi è particolarmente temibile per conigli, ovini e cani, soprattutto cuccioli o anziani e soggetti con ferite aperte. La prevenzione è data dalla pulizia degli ambienti in cui vivono gli animali e dalla regolare rimozione di feci, urina e materiali organici per evitare che le mosche, soprattutto nella stagione calda, ne vengano attratte e depongano le uova.
È buona prassi, inoltre, controllare regolarmente gli animali alla ricerca di ferite o lesioni e trattare immediatamente le ferite con prodotti disinfettanti adatti e, se necessario, consultare un veterinario.
In farmacia i proprietari di animali domestici possono ricevere le corrette informazioni riguardanti la prevenzione contro i parassiti e il consiglio a rivolgersi al proprio medico veterinario laddove necessario per il bene del proprio pet.